Breve storia dell’Intelligenza Artificiale
Ormai è da qualche anno che termini che una volta erano noti solo agli appassionati di fantascienza sono entrati a far parte del linguaggio comune e utilizzati per indicare cose che solo poco più di un decennio fa si erano visti solo in film come “2001: Odissea nello spazio”. Ma cosa si intende esattamente per Intelligenza Artificiale, e perché oggi, a differenza dei decenni passati non è solo una moda passeggera, ma invece sta entrando prepotentemente nelle nostre vite?
Si può dire che l’essere umano ha da sempre coltivato il sogno di diventare da “creatura” a “creatore” e cercare di costruire qualcosa che potesse almeno mimare la propria intelligenza.
Intelligenza Artificiale: una storia che parte dall’800
Le radici di questa ricerca possono essere ritrovate in racconti mitologici, in leggende antichissime, ma anche nella filosofia greca, nelle correnti filosofiche dell’800, nelle origini della matematica, etc. Insomma si può quasi affermare che l’Uomo studiando la natura e se stesso, cerchi costantemente di raggiungere una sempre maggiore comprensione dell’Universo, per cercare come fine ultimo quello di ricreare una creatura con le proprie capacità.
Pensiamo ad esempio al mito dei Golem. Nella mitologia ebraica il Golem è un essere creato in genere con terra e fango, il quale viene animato pronunciando particolari parole. Il Golem ha un’intelligenza basilare che gli consente di capire gli ordini dati dal suo padrone. Chissà se Mary Shelley si è ispirata ai Golem quando scrisse il suo Frankenstein.
E come non ricordare il film “Metropolis” del 1927!
Ma facciamo un passo indietro, lasciamo un attimo da parte l’arte, l’esoterismo e la magia, e torniamo alla scienza.
1. L’Intelligenza Artificiale: la filosofia greca
Probabilmente il primo passo fu fatto da Aristotele con i suoi scritti sulla logica e il ragionamento logico deduttivo spiegato con sillogismi. Un esempio classico è: l’uomo è uno animale, siccome gli animali sono mortali, l’uomo è mortale.
2. L’Intelligenza Artificiale: Illuminismo e il Meccanicismo
L’illuminismo cerca di rimettere l’Uomo al centro dell’Universo, cercando di eliminare qualsiasi forma di riferimento a ciò che non è spiegabile dalla ragione, come l’anima, la coscienza, etc…
Si arriva quindi al Meccanicismo: se tutto è meccanico, tutto si basa su interazioni chimiche, riproducibili, allora lo è anche il nostro cervello. QUesto infatti altro non sarebbe che un insieme organizzato (bene) di atomi, molecole, cellule, che si scambiano impulsi elettrici e comunicano tranne ormoni. Se l’intelligenza dell’Uomo è la conseguenza di una particolare configurazione di molecole e cellule, allora è riproducibile!
Famoso fu poi l’automa “Il Turco”, costruito addirittura a metà del 1700.
Era un automa meccanico con le sembianze di un saraceno, che era in grado di giocare a scacchi. Sì, ok, era un’ingegnosa truffa, ma l’idea che ovviamente fece presa all’epoca era quella di vedere un oggetto meccanico, fatto di oggetti inanimati, prendere vita e svolgere funzioni superiori come giocare (e vincere!) a scacchi.
Nel 1800, fu la volta degli studi del matematico George Boole, che gettò le basi di quella che è l’algebra Booleana e che oggi è la base del funzionamento di qualunque dispositivo elettronico. Boole diede anche un contributo fondamentale nel cercare di costruire un sistema logico-deduttivo. Ancora oggi i suoi studi sono alla base di molte applicazioni nel campo dell’intelligenza artificiale.
3. Intelligenza Artificiale: la svolta del 1950
Ma il vero grande passo avanti fu fatto negli anni ‘50 del secolo scorso.
Infatti ben quasi 70 anni fa, fu coniato il termine di “Intelligenza Artificiale”, molto tempo prima di poter anche solo immaginare quali sarebbero potute essere le sue reali applicazioni.
Negli stessi anni Alan Turing, il matematico che costruì la macchina che riuscì a decifrare i messaggi cifrati dei Nazisti durante la seconda guerra mondiale, formulò il “Test di Turing”, un metodo usato ancora oggi come termine di paragone, per verificare se una macchina si può dire “intelligente”.
Ho messo “intelligente” tra virgolette, perché una delle cose più difficili da definire è cosa si intende per “intelligente”.
Un programma che gioca a scacchi e che l’unica sua caratteristica è quella di valutare milioni di mosse al secondo, si può definire intelligente? Un sistema in grado di calcolare i decimali del pi greco, si può definire intelligente?
E un sistema in grado invece di fare deduzioni, o di distinguere un semaforo da una bicicletta? Nel corso dei decenni successivi sono stati sviluppati teoremi, tecniche, algoritmi. Alcuni si sono rivelati dei vicoli ciechi, altri sono stati messi da parte per decenni, altri hanno avuto fortune alterne.
4. Intelligenza Artificiale: oggi
Oggi, grazie soprattutto alla potenza di calcolo e alle infrastrutture hardware, che non si potevano neanche immaginare fino a un paio di decenni fa, si sono aperte possibilità incredibili, in diverse applicazioni e casi d’uso.
Ma quello che veramente fa la differenza con il passato, sono i dati a disposizione. Dati di qualunque tipo, da qualunque fonte, video, foto, testi, commenti, audio, musica, che opportunità processati ed elaborati, riescono a far fare passi da gigante a questa disciplina.
Ormai la cosiddetta intelligenza artificiale sta permeando la nostra società, in modi che neanche immaginiamo: automobili a guida autonoma, sistemi di raccomandazione per gli acquisti, pubblicità mirata alle nostre esigenze, riconoscimento facciale, misurazione a distanza della temperatura per evitare i contagi Covid-19, riconoscimento di brani musicali, traduttori automatici, sistemi di previsione per gli approvvigionamento dei magazzini, etc..
Siamo giunti al punto in cui la magia si sta realizzando. Del resto, come diceva lo scrittore Arthur C. Clarke: “Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”.
E tu? hai pensato a come l’Intelligenza Artificiale può aiutare il tuo business a crescere?