La sostenibilità ambientale di un prodotto digitale

La sostenibilità ambientale è una cosa seria. A seguito della pandemia che ha investito tutto il pianeta e che ha costretto a casa 3,9 miliardi di persone per quasi 3 mesi, abbiamo visto con i nostri stessi occhi l’effetto dell’impronta umana sull’ambiente.

Finché si parla di statistiche o proiezioni sull’aumento della temperatura media nei prossimi vent’anni, o di potenziali catastrofi qualora non ci fosse un’inversione di rotta nei prossimi decenni, generalmente, gran parte della popolazione resta indifferente. 

Ma nel momento in cui i telegiornali hanno iniziato a diffondere immagini dell’acqua cristallina dei canali di Venezia, le strade delle capitali di tutto il mondo affollate di animali selvatici o la popolazione del Punjab (stato federato del Nord-Ovest dell’India) che per la prima volta dopo 30 anni riuscì a vedere la catena dell’Himalaya dalle finestre di casa per via della riduzione dell’inquinamento atmosferico, ha concretizzato il problema degli eventi antropici sull’ambiente, e di come uno sforzo collettivo possa avere un impatto rilevante sull’intero ecosistema.

La sostenibilità ambientale di un prodotto digitale
Concentrazione di Diossido di azoto sull’Italia, dal satellite per il telerilevamento “Sentinel-5P” del programma Copernicus (ESA).

La pandemia di Covid-19, oltre ad aver avuto un forte impatto ambientale ed economico, ha scosso profondamente l’intero settore del digitale, e ha funzionato da catalizzatore per ridurre il digital divide e far avvicinare le aziende (e le pubbliche amministrazioni) al digitale, facendo accelerare (in determinati contesti) lo sviluppo anche di dieci anni.

Nonostante si immagini Internet, come un qualcosa di etereo, esso invece è estremamente concreto, fatto di cavi che si stendono sulle dorsali oceaniche per centinaia di migliaia di chilometri per connettere i continenti, immensi Data Center con sistemi di raffreddamento, gruppi di continuità e tutto ciò che ne consegue.

Ogni singola query su un motore di ricerca, ogni secondo di video in streaming o ogni email che viene inviata, moltiplicato per miliardi di persone (4.66 miliardi, per l’esattezza) che ogni giorno usano internet, hanno un impatto estremamente rilevante sul consumo energetico a livello mondiale, e di conseguenza sulle emissioni di CO₂.

Sostenibilità ambientale

Secondo un report di The Shift Project, si stima che il settore del digitale impatti per il 3.7% sulle emissioni di CO₂ e che abbia un impatto sul riscaldamento globale addirittura più alto dell’intero settore dell’aviazione (che si assesta a circa 2.5% di emissioni).

Un altro impatto ambientale devastante è dovuto al sempre più crescente interesse verso le criptomonete e alla Blockchain.

Basti pensare che secondo alcuni calcoli del Bitcoin Energy Consumption Index, una singola transazione in Bitcoin “costa” circa 1720.08 kWh, pari al consumo energetico medio di un cittadino statunitense per 59 giorni.

L’intero ecosistema Bitcoin, in un anno emette 74.54 Mt (megatonnellate) di CO₂ corrispondenti alle emissioni di un intero anno della Colombia.

Ma come possiamo nella vita di tutti i giorni ridurre le nostre emissioni di CO₂ o sviluppare prodotti digitali sempre più green?

In questo articolo ho deciso di raccogliere alcuni consigli rivolti a normali “utilizzatori” di dispositivi elettronici o chiunque voglia realizzare un progetto digitale.

  1. Blocca l’auto-play dei video su siti web e social network: ogni singolo secondo di streaming, contribuisce a consumare energia, sia sul tuo dispositivo, che nei Data Center che ospitano il contenuto.
  2. Compensa le emissioni di carbonio prodotte dalle tue ricerche piantando alberi: motori di ricerca come Ecosia, utilizzano i ricavi provenienti dalle pubblicità per piantare alberi, che andranno a compensare le emissioni di CO₂;
  3. Abbassa la luminosità del tuo monitor: secondo alcuni consigli provenienti da Harvard, abbassare la luminosità dei tuoi dispositivi dal 100% al 70% ti consente di risparmiare fino al 20% di energia
  4. Scarica i contenuti piuttosto che riprodurli in streaming: se ascolti sempre le stesse tre o quattro playlist su Spotify, prendi in considerazione l’idea di scaricarle (è una feature di Spotify) invece di riprodurle in streaming ogni volta;
  5. Se usi regolarmente criptovalute, prediligi blockchain che hanno un minore impatto energetico;
  6. Se possibile, passa ad un hosting “Green” per il tuo prodotto digitale, che utilizza energia da fonti rinnovabili;
  7. Calcola attraverso servizi online le emissioni del tuo prodotto digitale e acquista alberi per compensare le emissioni.
  8. Prediligi un’infrastruttura flessibile, che si estende e si contrae in base alla capacità di calcolo richiesta in quel determinato momento.

In Baasbox, stiamo già provvedendo, dove possibile, ad utilizzare servizi di Cloud Computing che utilizzano energia proveniente da fonti rinnovabili, sia per noi, che per i nostri clienti, e provvediamo inoltre a compensare la CO₂ emessa piantando alberi grazie al servizio offerto da Treedom.

Se sei curioso, puoi dare un’occhiata alla nostra foresta!

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