Cosa può imparare uno UX/UI Designer dai videogame?
Il mercato dei videogiochi è parte integrante di un settore molto più ampio e da sempre esistito, quello dell’entertainment. L’attuale e sempre crescente mercato videoludico non può più farci considerare questo settore come secondario, di serie B, o “solo per bambini”.
Secondo alcuni dati raccolti negli anni passati, l’età media dei giocatori, i cosiddetti gamer, è di 35 anni, il 68% ha più di 18 anni , e il 47% di giocatori sono donne (fonte: Digital Bros). Questi dati dimostrano quindi che sono ben più che “giochi solo per bambini”. Il mondo degli E-Sports ormai NON è più un fenomeno, è una certezza.
La forte pandemia globale che abbiamo affrontato negli scorsi mesi ha contribuito ancor di più ad accrescere questo mercato e secondo il “2020 Global Games Market” redatto da Newzoo, l’industria dei videogiochi crescerà del 9,3% rispetto all’anno precedente, toccando la cifra record di 159,3 miliardi di dollari.
Tra i tanti videogame di successo spicca sicuramente Fortnite, sviluppato da Epic Games, sta macinando record su record, tra gli ultimi ha da poco raggiunto i 350 milioni di utenti registrati.
Nonostante non possa definirmi a tutti gli effetti un gamer, Fortnite ha attirato incredibilmente la mia attenzione questo Aprile, quando venne organizzato un concerto virtuale online, un concerto del rapper Americano Travis Scott. Sapete quante persone hanno assistito all’evento?
Più di 27 milioni.
Ma che cos’è Fortnite?
100 utenti sparsi per il mondo, che vengono paracadutati con i loro avatar su un’isola deserta. Qui avranno con sè soltanto un piccone con il quale dovranno costruirsi un rifugio, procurarsi armi, munizioni, medicine, costruire trappole contro gli avversari etc… Poi hanno inizio gli scontri. Chi rimane in vita vince.
Non sembra niente di così originale o iper rivoluzionario.
Ma allora come fa ad avere un successo del genere?
È gratis, è un gioco a cui TUTTI possono giocare. Non diventi il migliore pagando, ma è possibili fare alcune micro transazioni per acquistare gadget e armi più cool.
È in continuo aggiornamento. Lo staff di Epic Games mantiene sempre alto l’interesse dei suoi utenti diffondendo ogni settimana nuovi elementi che cambiano il paesaggio o alcune modalità stesse del gioco, stimolando continuamente la curiosità degli appassionati.
Ascoltano molto i proprio giocatori. La casa di produzione riserva sempre grande attenzione ai feedback della sua community, dando così ai milioni di gamers un’ulteriore occasione di sentirsi al centro del loro gioco. Fortnite è a tutti gli effetti un prodotto digitale come tanti: registrazione, transazioni economiche, aggiornamenti, feedback degli utenti, ma dalla sua oltre a curare minimamente questi aspetti, ha anche sfruttato alla grande gli enormi vantaggi della gamification.
Un’ottima ux legata al potenziale della gamification hanno portato l’Engagment del gioco alle stelle.
La potenza e l’influenza dei games.
È facile pensare che una così assidua e forte esposizione ai videogames, abbia dei profondi riflessi sulle aspettative che le persone hanno verso altri tipi di interfacce. Spendere in media 20 ore a settimana dinanzi ad interfacce di gaming, sta abituando milioni di utenti ad aspettarsi layout, colori, dinamiche, posizionamento di bottoni e flussi di esperienza che riprendono le interfacce dei loro amati giochi.
Utilizzare quindi degli elementi o delle dinamiche funzionali dei games, potrebbe non solo rendere più interessanti e divertenti le nostre user interface, ma anche facilitare l’approccio iniziale di un utente con un nuovo servizio.
Proprio per questo come designer è interessante capire meglio quali processi regolano questo mondo, ma soprattutto rendono l’esperienza dei giocatori così immersiva da non farli “scollare” dalla sedia. Il gioco è uno dei modi migliori per coinvolgere le persone e guidarle nel compiere determinate azioni sul web. L’obiettivo per ogni progettista che si rispetti è quello di creare la miglior esperienza utente possibile, e quindi reputo interessante poter contaminare lo UX Design con la gamification, per dar vita ad una super engaging experience.
Ma che cos’è la Gamification?
La gamification è un’attività che utilizza il game design e tecniche prese in prestito dai giochi , in contesti non ludici, per motivare le persone a raggiungere un obiettivo.
Per comprendere ancor meglio le caratteristiche di questo affascinante strumento di progettazione, possiamo ricorrere ad Octalysis, un modello inventato da Yu-kai Chou (questo è il link del libro), esperto di design comportamentale.
Tale modello riordina le principali meccaniche della gamification in 8 “driver” in grado di influenzare la motivazione umana:
- Epic meaning and calling: motivazione che deriva dal credere e prendere parte ad un progetto più grande di sé. È una situazione molto classica che si ritrova in tanti videogiochi, dove il protagonista di turno è l’unico che può salvare il mondo.
- Development and Accomplishment: motivazione che deriva da un senso di miglioramento continuo, da attività sfidanti progressivamente sempre più complesse ma sempre commisurate al proprio livello di conoscenza/esperienza con cui crescono di pari passo.
- Empowerment of creativity and feedback: è la motivazione che si prova quando si è chiamati ad utilizzare la propria creatività per risolvere problemi, sperimentare nuove strategie. Ricevere feedback in questa fase permette agli utenti di cambiare il proprio comportamento per migliorare ed evitare errori.
- Ownership and possession: motivazione legata al desiderio di incrementare, migliorare e proteggere ciò che si possiede. Pensate ad alcuni gadget o anche alle abilità che crescono nei giochi.
- Social influence and relatedness: motivazione basata sul desiderio connaturato all’essere umano di entrare in connessione e confrontarsi con gli altri.
- Scarcity and impatience: motivazione che deriva dal desiderio di beni “scarsi”ottenere. Ed è qui che subentrano le microtransazioni cui accennavo prima.
- Unpredictability and Curiosity: bisogno di novità e sorpresa che spinge gli utenti a scoprire cose nuove, imprevedibili e inaspettate (vi sembra nuovo questo punto?)
- Loss and avoidance: rappresenta l’avversione alla perdita.
Questa è solo la prima fase di questo incredibile modello. Ve ne sono quindi delle altre. La seconda riguarda proprio la UX. Tutti i prodotti, servizi o giochi hanno una fase iniziale di scoperta, il successivo acquisto, i primi utilizzi con il relativo apprendimento e una fase finale in cui si diventa esperti e si abbandona il sistema.
Se osserviamo l’user experience dei giochi possiamo individuare queste fasi:
- Discovery: l’utente scopre un gioco e decide di provarlo.
- Onboarding: l’utente cerca di capire come funziona il gioco per poi fare la prima partita.
- Scaffolding: dopo una serie di errori, l’utente impara le regole base ed inizia ad elaborare strategie più complesse.
- Endgame: l’utente ha giocato molte partite e conosce molto bene il gioco, inizia ad annoiarsi fino all’abbandono del gioco.
Infine nell’ultima fase si fa riferimento ad un elemento importante molto familiare ad ogni Ux Designer: le personas. In questo modo è possibile capire se l’esperienza di gioco è motivante per i diversi tipi di utente. Come vedete questo modello è molto completo e sicuramente molto utile.
I suoi vantaggi.
Ma quali sono i vantaggi di questo processo che possiamo sfruttare nella UX?
Queste tecniche possono, ad esempio, spingere l’utente a completare il proprio profilo, leggere gli articoli del blog, visualizzare i contenuti multimediali, invitare altri amici ad iscriversi, condividere sui social, partecipare ai contest, registrarsi alla newsletter e molto altro.
Come vedi, tutte queste azioni contribuiscono a far crescere l’attività sul sito web e mantenere l’utente più agganciato possibile al prodotto.
In sostanza, la gamification consente di ottenere i seguenti vantaggi:
- maggiore coinvolgimento: un’esperienza interattiva e divertente aumenta sicuramente l’interesse e la curiosità da parte degli utenti che parteciperanno più attivamente alle dinamiche del progetto.
- incremento della brand awareness: associazioni mentali tra il brand e sensazioni di piacere e positività sono favorite dal divertimento attraverso il gioco, e quindi l’utente ricorderà con molta più facilità un brand che gli ha regalato un’esperienza divertente e particolare.
- fidelizzazione del cliente: l’effetto di quasi “dipendenza”, che determinate logiche di gioco possono innescare, permette di instaurare un rapporto duraturo con i propri clienti.
- acquisizione di nuovi utenti: i meccanismi di rewarding tramite referral consentono di espandere la visibilità di un brand e rendere virale la sua piattaforma.
- profilazione degli utenti e raccolta dati: analizzando il comportamento delle persone mentre giocano si possono ottenere dei feedback preziosi sotto forma di dati. Si possono così catalogare gli utenti raccogliendo informazioni utili sui loro interessi e preferenze per poi spingerli nel funnel di vendita compatibile con le loro caratteristiche
- elevati tassi di conversione: il gioco permette di rendere quasi piacevoli alcune operazioni che sono generalmente noiose e mal digerite, come ad esempio il pagamento di un abbonamento, il completamento di un profilo, l’utilizzo di una funzionalità principale, etc.
Con la gamification questi benefici risultano amplificati grazie appunto ai vari meccanismi di viralizzazione che determinano una maggiore copertura e visibilità del messaggio che si vuole passare ai propri utenti. Inoltre un comportamento attivo dell’utente favorisce anche una ricezione più efficace del messaggio stesso con un impatto positivo sui tassi di conversione sulla piattaforma.
Come sfruttare quanto detto finora.
Ormai già da qualche anno, la gamification viene utilizzata in contesti lavorativi e di business, sia per migliorare i rapporti interpersonali tra colleghi, sia per migliorare la vita all’interno del proprio ufficio e soprattutto per rendere meno meccaniche alcune mansioni lavorative quotidiane.
Ma questi principi possono essere applicati anche ai nostri prodotti digitali.
Pensate quanto queste tecniche possano rendere meno noiosi e più interessanti processi che ormai sono presenti in ogni servizio o prodotto digital: la registrazione, l’onboarding, il completamento del proprio profilo, la visualizzazione di contenuti multimediali, i processi di referral, l’acquisto di prodotti o la sottoscrizione ad una newsletter.
Non ci sono dei trucchi, regole o kit pre impostati per fare questo, l’unica cosa che serve sono le nostre competenze da designer e soprattutto un elemento chiave che spesso accantoniamo: la creatività.
Riuscire a mescolare due “strumenti” così complessi come la UX e la Gamification non è sicuramente facile, ci vuole tempo, esperienza e studio; ma sono sicuro che possa essere molto stimolante e sfidante per tutti noi.
Pensate come rendere i vostri prodotti più interattivi e divertenti e fidatevi che i risultati arriveranno.
In conclusione oltre al già prima citato Actionable Gamification di Yu-kai Chou, vi suggeriamo alcuni testi che potrebbero esservi molto utili per approfondire l’argomento:
- Theory of Games and Economic Behavior
- Rules of Play: Game Design Fundamentals
- Reality is Broken: Why Games Make Us Better and How They Can Change the World
- Flow: The Psychology of Optimal Experience
Buon gioco a tutti.