Amazon: Alexa testimonia in tribunale
Gli smart speaker hanno ormai trovato posto in molte abitazioni, tra i più diffusi ci sono sicuramente quelli marchiati Amazon. L’assistente vocale integrato in questi ultimi è la famosissima Alexa, che dal 2016 ad oggi è stata chiaamata a testimoniare in casi di omicidio.
Amazon: Alexa ha aiutato la polizia per la prima volta nel 2016
Nel 2016, la polizia di Bentonville, in Arkansas, ha richiesto i dati di Amazon Echo in relazione alla morte di un uomo, ritenuta la prima richiesta del genere.
Amazon inizialmente ha cercato di bloccare la richiesta, ma in seguito ha consegnato i dati registrati da Alexa. L’accusa di omicidio contro l’imputato è stata successivamente ritirata, ma da allora i dati relativi agli smart speaker, dispositivi IoT e dispositivi indossabili sono stati inclusi in più casi. I dati degli smartphone spesso indirizzano gli agenti verso altri dispositivi, come gli smart speaker, che poi vengono sondati mentre l’indagine prosegue.
All’inizio di agosto 2020, Amazon ha dichiarato di aver ricevuto più di 3.000 richieste dalla polizia per i dati degli utenti nella prima metà di quest’anno e di aver ottemperato quasi 2.000 volte. Si è trattato di un aumento del 72% delle richieste rispetto allo stesso periodo del 2016, quando Amazon ha rivelato per la prima volta i dati, e un aumento del 24% solo nell’ultimo anno.
Tra i tipi di dati che la polizia può estrarre da altoparlanti intelligenti come Amazon Echo, i messaggi vocali sono solo l’inizio. Gli altoparlanti conservano registri con data e ora dell’attività degli utenti, informazioni relative alla localizzazione e dati biometrici. La polizia può esaminare questi registri per avere un’idea di ciò che qualcuno stava facendo nel lasso temporale in cui è accaduto il crimine.
Amazon Alexa: il caso più famoso
Il caso più noto, in cui Alexa è stato il testimone chiave di un processo, risale al 2019 e si è svolto ad Hallandale Beach, a circa 30km da Miami, in Florida.
La polizia stava indagando sulla morte di Sylvia Galva Crespo, una donna statunitense di 32 anni, avvenuta a luglio dello stesso anno. Gli inquirenti hanno accusato il marito di omicidio, il quarantatreenne Adam Crespo, che però si è sempre dichiarato innocente.
Un’amica di Sylvia, che si trovava in casa, ha chiamato i servizi di emergenza sanitaria, sostenendo di aver sentito una violenta discussione tra lei e il marito. Quando gli agenti sono arrivati, hanno trovato Sylvia morta, trafitta da una staffa del letto. La teoria è che Adam stesse provando a trascinarla via dal letto, lei si sia aggrappata alla staffa che si sarebbe rotta, trafiggendola.
La polizia ha accusato Crespo di omicidio di secondo grado. Questi si è dichiarato non colpevole ed è stato rilasciato su cauzione di $ 65.000, in attesa di processo. Nei mesi successivi all’arresto, l’avvocato di Crespo ha presentato in sua difesa una prova sorprendente: le registrazioni di un paio di altoparlanti Amazon Echo, presenti in camera da letto, che potrebbero scagionare il suo cliente.
Le indagini sono ancora in corso, ma esiste una forte possibilità che Alexa venga chiamata a testimoniare in tribunale e determinare l’esito del processo.
Il legale di Adam Crespo, Christopher O’Toole, ha detto: “Ho sostenuto molte interviste in cui mi veniva chiesto se questa potrebbe essere la prima volta che le registrazioni di Alexa verranno utilizzate per condannare qualcuno per omicidio. In realtà, ho pensato che questa potrebbe essere la prima volta che una registrazione di Amazon Alexa viene utilizzata per scagionare qualcuno e dimostrare che è innocente.”